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Dream Runner - 105 - Neve

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Maelstromknight's avatar
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NEVE, parte II

Capitolo 4, Contrattazione

"Salve bellezza! Ci hai fatto faticare... e ti sei anche rovinata la pelle... peccato. E ora dicci dove sono le gemme o ti ammazziamo!" disse con un ghigno malvagio Sgarro, mentre i suoi compagni brandivano le armi contro i contadini spaventati!

I banditi l'avevano trovata! Jean fece un passo indietro e pestò la legna che aveva lasciato cadere. Il piede ferito le provocò una fitta di dolore. Cadde in ginocchio, un espressione disperata sul volto.

I contadini si erano ritirati di qualche metro, chiaramente terrorizzati. Guardandosi attorno disperatamente in cerca di aiuto, la sognatrice si accorse che i ragazzi erano rimasti al suo fianco!

"Fiore, vattene! E' troppo pericoloso!" disse tra i denti la donna. Poi alzò lo sguardo verso i malviventi.

"Che cosa volete? Non possiedo nulla di valore! Andate via!" strillò senza molte speranze di essere esaudita. Non le passava per la mente il fatto di essere in un sogno. Era tutto troppo orribilmente reale. Le ferite, la stanchezza, la fame, lo sporco, gli odori... reali...

"Har har har! Donna! Dici di non avere nulla di valore? E questa cos'è allora? Dimmelo, era tua vero?" disse il capo dei briganti estraendo dalla tunica la pietra presa sull'ARC!

Sino ad ora aveva visto quel sasso solo sotto luci artificiali, o nell'ombra del bosco, ma sotto il sole a mezzodì... splendeva! Splendeva di mille colori come un arcobaleno! La luce rimbalzava su quella che poteva essere solo una meravigliosa gemma, illuminando i volti dei presenti con un bagliore fatato.

Osservandola, si provavano di nuovo i gusti dei piatti più buoni, l'odore dei fiori preferiti, il ricordo dei suoni più amati! Solo un prodigio poteva spiegare un fenomeno così meraviglioso, tutti se ne resero conto subito.

"Magia!" disse un contadino, altri annuirono meravigliati. "E' una pietra incantata! Presa dalla fronte di un drago!" disse un altro. Gli stessi banditi erano rimasti a bocca aperta. Per poco lo sfregiato non la fece cadere a terra.

In quel momento una ragazza si fece avanti. Aveva i capelli neri raccolti in una lunghissima coda di cavallo, ciocche di capelli le incorniciavano il viso, tagliate orizzontalmente all'altezza della bocca. Una leggera frangetta arrivava poco sopra gli occhi neri dalle lunghe ciglia.

Indossava la solita tunica ma di colore bianco. Era lisa e rappezzata ma pulitissima e copriva una sottoveste in tessuto più leggero, di colore celeste.

La fanciulla non portava calzature e aveva un incarnato chiaro. Le sopracciglia nere e intense erano corrugate in un espressione decisa. Sebbene dimostrasse non più di quattordici anni era una vera bellezza. I briganti non sembravano però apprezzarne l'aspetto, dato che il suo arrivo spezzò l'incantesimo della pietra.

"Signor Sgarro! Siate il benvenuto nel nostro umile villaggio! Devo supporre che desideriate il vostro solito tributo?" disse la fanciulla, per nulla intimorita da quegli uomini, né affascinata dalla magia della pietra.

Sgarro distolse a fatica gli occhi dalla luce fatata, riponendo la gemma nella tunica. Tutti si riebbero dall'incantesimo non appena questa non fu più in vista. "No. Siamo qui per la straniera. Datecela e ve la caverete così." disse laconico l'uomo. La crudeltà precedente sembrava essere sparita, rimpiazzata da una fredda avidità.

Tutti guardarono la povera sognatrice, la quale capì che le cose si mettevano al peggio. "Non ho intenzione di venire con voi! Piuttosto ammazzatemi qui!" disse sul punto di piangere. Non ce la faceva più a scappare, oramai desiderava solo che quell'incubo finisse. Ma non sarebbe stata accontentata, purtroppo.

"Da morta non ci servi a nulla, bastarda!" disse uno dei briganti cercando di afferrarla per un braccio. Si trovò avanti la punta di una lancia!

Un uomo alto quasi quanto Jean si era fatto avanti impugnando quell'arma. Aveva una benda a coprirgli l'occhio destro e indossava una tunica sporca e puzzolente; "Fermo lì, Sorcio! Se ci tenete tanto avrà un valore... non si da nulla per nulla, no?" disse lo sconosciuto.

"Elmo!" dissero in coro i briganti. Il loro capo mise mano alla sciabola, così come gli altri estrassero le armi. La fanciulla in bianco si mise in mezzo a loro, senza alcuna paura.

"Non serve spargere sangue. Chiedete alla donna quello che volete, in cambio vi daremo del cibo e la terremo con noi. Se vorrete domandarle altro la troverete qui. Non la lasceremo andare." disse la fanciulla in tono ragionevole. Sgarro alzò la sciabola alla sua gola, ma questa riprese a parlare senza interrompersi.

"In cambio non diremo al nobile Centromonte che avete trovato una gemma magica... sapete, se i miei occhi non mi ingannano, quel polverone lungo la strada sul colle è lui con i suoi Servitori Guerrieri..." terminò atona la ragazza, senza il minimo segno di ironia nella voce.

Tutti guardarono nella direzione indicata dallo sguardo della fanciulla, rendendosi conto che quel che diceva era vero.

"Accordo stipulato!" disse Sgarro svelto, "Voglio un sacco di riso e che la donna mi dica dove ha trovato la pietra, ora! E se la fate fuggire vi ammazzo tutti!"

"Ha! Devi solo provarci Sgarro! Sarò guercio ma sono ancora in grado di batterti ad occhi chiusi!" disse l'uomo con la lancia.

Prima che la situazione precipitasse di nuovo la sognatrice decise che era meglio dire la verità, sempre che le credessero...

Capitolo 5, Verità e Conoscenze

"Io... ero su una nave... n-naufragata, mi avevano preso a bordo. Cercavano gemme come quella, in un luogo m-molto pericoloso. Una tempesta mi ha gettato fuori bordo e sono finita in q-questo paese." disse con voce stentata, e fin lì era tutto vero...

"La gemma me l'hanno regalata a bordo della nave, la presi per per curiosità. T-tenetela pure, è vostra. Mi dissero che era molto, molto preziosa!", qui aveva sminuito un po' la verità... la gemma pesava almeno venti grammi. Secondo la dottoressa Marzan, 15 grammi potevano supplire energia ad un intero pianeta per un anno!

"Cerchi di ingannarci! Il mare dista molte miglia ad ovest! E noi ti abbiamo trovato in cima ai colli attorno a Monterosso!" abbaiò uno dei banditi.

Nel frattempo Fiore ed altri due ragazzini le si erano accucciati vicino, per aiutarla ad alzarsi. Si sentiva più sicura ora. Forse poteva osare una menzogna...

"Non sapendo dove fossi, ero salita più in alto possibile, per trovare una città o anche una sola strada in questo bosco infinito!" disse con voce decisa; "Avevo solo quella gemma, mi spiace. Ma forse sulla costa ad ovest ne troverete altre... se la nave che mi soccorse è naufragata anch'essa, potrebbe esserci un relitto..."

"Lo vedremo. Possiamo arrivare sulla costa e controllare tutto entro una settimana. Se non troveremo nulla saremo di ritorno, e stavolta tu verrai con noi, per aiutarci a cercare il luogo dove sei arrivata a terra. Chiaro? Che non ti salti in mente di scappare..." disse Sgarro mentre con i suoi compagni si ritirava nel bosco.

"Ci rivedremo bellezza... har har har!" rise lascivo uno dei briganti, sbavando un po'! Jean ebbe una fitta di orrore al pensiero.

"Sei stata brava Neve! Ma ora portate la straniera in casa e fate sparire ogni segno di quel che è successo, svelti! Prima che il nobile signore arrivi!" disse l'uomo con la lancia. Tutti si affrettarono a fare come diceva.

La sognatrice venne spinta rapidamente dentro la casa malmessa. All'interno il pavimento di legno era coperto da stuoie in paglia di riso, lise e scolorite dall'uso. Alle pareti erano appesi utensili di vario tipo. Contro le mura erano appoggiati orci di coccio e scatole di legno. Fascine di paglia erano legate al soffitto.

In mezzo all'unica stanza il pavimento si interrompeva, lasciando spazio ad una fossa circondata da pietre in cui ardevano delle braci. Da un uncino di ferro appeso al centro del tetto, sopra il focolare, penzolava un pentolone di ferro pieno di qualcosa che sobbolliva. Nonostante l'evidente povertà la casa era pulitissima.

I ragazzi fecero sedere Jean sul bordo del pavimento, separato dall'ingresso da un tratto di terra battuta. Fiore prese una piccola botte, un catino di legno e uno straccio. Poi prese a pulirle i piedi insanguinati. Neve si presentò con degli stracci puliti, che strappò rapidamente coi denti per farne delle bende. In pochi secondi tutte le sue ferite vennero pulite e medicate. Neve usò una pomata che teneva in una consunta scatolina di legno.

Jean si sentiva un idiota a farsi servire così, ma era stanca, troppo stanca... al punto da non riuscire ad opporsi quando le tolsero la biancheria per lavarla dallo sporco accumulato in quella lunga giornata. I boxer e la maglietta sparirono senza tanti complimenti. Poi le due ragazze la pulirono a fondo con cenere e spugnature.

Una terza bambina, poteva avere a malapena sei anni, aiutava strizzando gli stracci e lavandoli in un terzo catino, prima di inzupparli nuovamente nella botte dell'acqua. Così giovani e così capaci! Le si chiudevano gli occhi, ma il brontolio dello stomaco la risvegliò dal torpore.

"Tieni mangia! Fa schifo ma riempie la pancia." disse uno dei due ragazzi porgendogli una ciotola piena di una specie di zuppa. Jean la ingollò in tre sorsi.

"Hey, mangi più svelta di Primo! Hai trovato chi ti batte eh?" disse il ragazzo ridendo verso l'altro, seduto a gambe incrociate accanto a lui, che sorrise schivo.

I due ragazzi indossavano delle tuniche rattoppate di colore indefinibile, molto più corte di quelle delle ragazze. Quasi senza maniche, si fermavano a metà coscia. Ai polsi e alle caviglie portavano fasce di tessuto bendate strettamente, forse per proteggere gli arti dal freddo?

"Io sono Furetto e questo è Primo! La piccolina è cara Primavera. Conosci già cara Fiore, mentre lei è signorina Neve. L'uomo con la lancia è il nostro capo, il signor Elmo! Ma tu devi chiamarlo nobile Elmo, chiaro? Sennò si arrabbia... ha ha ha!" disse il ragazzo parlando senza quasi prendere fiato. Nel frattempo le porse un altra ciotola piena di sbobba, che Jean divorò in un attimo.

Era magro, portava i capelli lunghi raccolti in una coda, ma una ciocca gli copriva la metà destra della faccia. L'altro ragazzo, Primo, era molto più grassoccio e portava i capelli corti. Sembrava timido e non aveva detto una parola. Primavera invece parlava tranquillamente ma non si capiva cosa dicesse.

Quando si accorse che aveva notato la cosa, Neve disse pacatamente "Ha perso il senno quando le hanno ucciso i genitori. Da allora quello che dice non ha più senso." Fece una carezza alla bambina, che sorrise contenta.

"Non innervosirla fissandola, per favore, signorina Grazia. E ora stenditi su questa stuoia e cerca di riposare, per favore." disse ancora mentre la avvolgeva in una vecchia coperta di cotone grezzo e l'aiutava ad adagiarsi su una delle stuoie.

Fu troppo per Jean. Il suo ultimo pensiero fu; "Si dorme mentre si sogna? Mi pare di si..." poi crollò addormentata.

Capitolo 6, Shock Culturale

"Un altro pavimento sconosciuto..." fu il primo pensiero della sognatrice al risveglio. Ci avrebbe fatto l'abitudine prima o poi.

"Mai che mi svegliassi in un comodo letto. Almeno ho una coperta stavolta e... nuda!?" pensò sorpresa. Era ricoperta di bendaggi e le doleva tutto, ma si sentiva molto meglio di prima. Ricordò quello che era successo.

"Sono bloccata in questo villaggio dimenticato dal tempo, grandioso! E fra una settimana quei maniaci psicopatici verranno a cercarmi... di bene in meglio. Devo andare via di qui subito!" rimuginava cercando di alzarsi. Ricadde sulla stuoia con un tonfo! Le sue gambe erano ancora deboli.

"Signorina Grazia! Sei sveglia! Come sono contenta!" strillò deliziata Fiore gettandoglisi addosso in un abbraccio affettuoso!

"Ouch! Piccola piovra, mi fai male! He he he, anche io sono contenta di vederti!" disse Jean convinta. Quella ragazzina le aveva sicuramente salvato la vita, senza volere nulla in cambio.

"Oh, si! Neve ha cucito tutta la notte per farle un vestito! Sei molto alta quindi sarà corto sulle gambe, ma dice che ti andrà bene!" disse sventolandole davanti una specie di bandierone colorato!

Jean prese il vestito girandoselo tra le mani. Consisteva in soli tre capi. Una pezza rettangolare leggera di tessuto fatto in casa, una cinta di cotone verde lunga e molto robusta e una tunica marrone con ricami verdi e rossi a forma di foglie. Era tutta rattoppata e piena di rammendi, ma profumava di pulito.

Si rigirò tra le mani la pezza di tessuto, senza sapere che farsene, poi chiese; "Fiore, dov'è la mia biancheria? Sai le cose che indossavo ieri?"

La bimba la guardò curiosa; "Neve le ha bruciate! Ha detto che erano possedute dagli spiriti maligni!" annuì convinta.

Jean scrollò le spalle sconsolata, "Come si mette questo?" disse indicando la pezza di tessuto.

La bambina rise a crepapelle, "Sei come un bambina piccola, cara Grazia! Questa la avvolgi intorno alla vita e la leghi con questi laccetti, è una gonna come questa vedi?" disse sollevando la tunica rossa e mostrando una gonna rosa che portava al di sotto, simile alla sua.

"Poi infili il vestito e lo chiudi con la cinta, così!" disse mostrandole come fare un complicato nodo, che impediva ai lembi della cinta di svolazzare in giro.

"Ora che sei vestita andiamo! Elmo vuole parlarti, è nella piazza del villaggio. Si andiamo andiamo!" disse scendendo dal pavimento sulla terra battuta dell'ingresso.

"Hem, non hai delle scarpe Fiore? Mi fanno ancora male i piedi..." chiese la sognatrice, con un orrendo sospetto.

"Scarpe? Quelle si mettono solo d'inverno e poi costano, non ne abbiamo nemmeno un paio a casa! E i sandali li compriamo solo se nevica, si rovinano subito e non abbiamo soldi per pagarli! Ma tanto non servono, su vieni, vieni!" disse Fiore trascinandola per strada.

Il sospetto si era rivelato esatto. Le sarebbe toccato camminare a piedi nudi! Lei che teneva le scarpe anche sulla spiaggia, al mare! Camminando con attenzione esagerata seguì Fiore verso il centro dello sparuto villaggio.

Nonostante lo sconforto, il vestito era decisamente 'arioso' e i piedi le dolevano ad ogni passo, si trovò ad apprezzare il panorama. Tutto era meravigliosamente colorato. Erba, alberi, le risaie, i fiori, le casette col tetto di paglia, il cielo azzurro e le nuvole bianche! Vivendo in città si era abituata al grigiore, interrotto da sparuti sprazzi di verde. Qui tutto era "vivo"!

Odori sconosciuti, buoni, cattivi e strani, le riempivano le narici. I suoni della natura e dell'opera umana le arrivavano tranquillizzanti. Quasi quasi quel posto le piaceva...

...poi le facce buie degli abitanti del villaggio le fecero cambiare idea. Uomini e donne si erano riuniti in circolo vicino ad un tizio dall'aspetto ricco e pasciuto.

"Sarà il capo villaggio" pensò Jean.

Di fronte al semicerchio di contadini si trovavano Neve e l'uomo con la lancia. Le pareva si chiamasse Elmo. Stavano conversando col capo villaggio. Quando Fiore e Jean arrivarono, la conversazione tacque un attimo.

La sognatrice si sentì osservata. Sentiva le persone mormorare; "Straniera", "Alta" e "Orchessa!". A quelle parole la sognatrice ne ebbe abbastanza.

Capitolo 7, Prigioniera?

"Hey, a chi hai detto orchessa, eh?" apostrofò la donna che aveva parlato. Neve le mise una mano fresca sul braccio, ammonendola di controllarsi. Troppo tardi, i contadini erano semmai più nervosi di prima.

"Visto, Elmo? Non bastava che tu e i tuoi ragazzini andaste in giro a rubare e mendicare, ora date asilo ad una straniera pericolosa! Il Nobile Centromonte ieri è stato chiaro. Ci ha aumentato le tasse di due decime! Due decime! Non possiamo più permetterci di aiutare te ed i tuoi marmocchi! Dovrete cavarvela da soli questo inverno! E della straniera ti prenderai cura tu, visto che è stata Neve a fare il patto con i Reietti..." disse il capo villaggio con voce astiosa.

"Sei ingiusto, capo! Neve ha fatto la cosa giusta. Se l'avessimo data a Sgarro poi non avremmo potuto negargli più nulla. Tra le sue pretese e le tasse, sarebbe stato un disastro. Non bisogna cedere con lui, lo conosco bene!" disse Elmo stizzito.

"Bah! Certo che lo conosci, se alla grande battaglia non avessi perso l'occhio ora saresti il suo capo. Ma non è così, l'occhio lo hai perso e non puoi combatterli. E i servitori guerrieri del nostro signore preferiscono vessare noi, piuttosto che setacciare la foresta per catturare i reietti. Piuttosto mi chiedo se tu non sia in combutta con Sgarro, eh? Avresti solo da guadagnarci..." puntualizzò l'uomo velenoso.

Elmo per poco non gli saltò addosso. Ancora una volta fu Neve a bloccarlo con un tocco gentile della mano. Si fece avanti.

"Nobile capo villaggio, signori concittadini. Nonostante io sia solo una povera orfana, mi vedo costretta a ricordarvi della gemma della signorina Grazia. Sgarro la possiede, per ora. Ma se i Reietti fossero sconfitti..." disse senza terminare la frase.

Una donna dall'aspetto rigoroso concluse la frase per lei; "Potremmo venderla in città per acquistare il riso che chiede il nostro signore, e superare l'inverno senza fatica, è vero. Ma come prendergliela? Loro sanno combattere e noi abbiamo solo Elmo, che è cieco da un occhio..."

Gli abitanti del villaggio sussurravano tra di loro concitatamente. Rubare la pietra e venderla. Una gemma così bella sarebbe sicuramente valsa molti sacchi riso. Neve riprese la parola.

"Signori miei, c'è un unica soluzione. I reietti perderanno una settimana per cercare altre gemme nel luogo del naufragio della signorina Grazia. Quando torneranno avremo avuto il tempo di preparare loro un imboscata tutti insieme. Dopotutto sono solo cinque, noi più di cinquanta. Insieme non possono batterci, e preferiranno trattare piuttosto che rischiare la morte. Signorina Grazia, sapete se è possibile che trovino altre gemme?" le chiese finalmente rivolgendole la parola.

Si schiarì la voce. Quelle persone parevano dare molta importanza al modo di esprimersi e non voleva fare brutta figura. inchinò verso di loro. "No, non ne troveranno, signori miei. Esiste solo quella gemma. E vale davvero tanto, ve lo assicuro. Ma non è un problema per me se la prenderete per venderla. Non ne ho bisogno alcuno. Necessito solo di aiuto per ritrovare la via di casa, ve ne prego." chiese giungendo le mani in preghiera.

Il capo villaggio le rispose, "Grazia è davvero il suo nome, signorina? Ci può dire qualcosa di più?"

Non ritenendo opportuno raccontare tutta la verità, Jean decise di improvvisare, "... Il mio nome completo è Grazia Divina Viaggiatrice. Sono una scrivana e so far di conto. Viaggiavo su di una... ehm... nave, che è naufragata in una tempesta da incubo. Sono stata raccolta da un altra nave, come dissi ai banditi, cioè i reietti." raccontò la sua storia cambiando qualche particolare, fino al punto in cui era entrata nel villaggio.

"Ve ne prego, non so come tornare a casa. Non so neppure dove mi trovo e non conosco nulla del vostro paese. Non lasciatemi ai reietti ve ne prego, farò tutto quello che posso per aiutarvi!" quasi piangeva mentre pronunciava quelle parole. Molti dei villici si impietosirono sorridendole.

"Orbene, che siate una sapiente lo si può intuire dal vostro aspetto e dalle vostre mani delicate. Si vede sopratutto che siete straniera, siete tutti così alti nel vostro paese?" chiese il capo villaggio. Jean annui, oramai rassegnata ad essere etichettata come gigantessa.

"Purtroppo non ci servono scrivani nel villaggio. Solo persone che lavorino duramente, e non credo che voi ne siate capace. Non vi faremo nulla, ma nemmeno vi aiuteremo. Il problema l'hanno creato Elmo e Neve e sarete loro responsabilità. Se recupereremo la gemma la sua vendita sarà il prezzo di avervi permesso di restare, a rischio di rappresaglie da parte dei reietti. E che non vi venga in mente di scappare, o i ragazzi di Elmo ne pagheranno le conseguenze." disse acido l'uomo.

"Per me va bene! Vedrete che sarete voi a pentirvene. Dopotutto avete appena rinunciato alla 'grazia divina', no? Ha ha ha!" li schernì Elmo, facendo un gioco di parole sul nome della sognatrice.

"Andiamo ragazze, abbiamo da mendicare un po' o stasera non si mangia, ha ha ah!" disse facendo loro cenno di seguirlo.

Jean le seguì sconsolata. Avrebbe dovuto mendicare? Lei? Piuttosto preferiva morire di fame! L'orgoglio era l'unica cosa che non aveva mai abbandonato in tutta la sua vita. Ci doveva essere un lavoro che poteva fare per guadagnarsi il cibo...

In quel momento Neve le si avvicinò. Fiore era scappata avanti verso casa ed Elmo procedeva a passo spedito, troppo lontano per sentirla mormorare alla sognatrice:

"Io so chi sei. Non appartieni a questo mondo, e nemmeno sei umana!"
La sognatrice in guai grossi. E chi è la misteriosa Neve? Vi toccherà aspettare la prossima puntata :D

Indice:
Seconda Corsa, parte I [link]
Seconda Corsa, parte III [link]
Comments5
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Shinodari's avatar
Naturalmente favvato e al solito lasci sempre sul più bello ç____ç